mentre nel mondo...


Il tetto della cattedrale di Notre Dame divorato dalle fiamme è lo scatto più iconico del 2019 che stiamo per lasciarci alle spalle. La ferita inferta a uno dei simboli della cristianità ha suscitato un’ondata di commozione e preghiera che ha pervaso il mondo intero. Compresa l’Amazzonia, dove i roghi, stavolta non accidentali, hanno devastato il primo polmone verde del pianeta. Greta Thunberg, la sedicenne svedese attivista green, non ha fatto mancare il suo grido di dolore per la selva in fiamme, mentre in barca a vela (obiettivo emissioni zero), solcava l’oceano, dal Regno Unito agli Usa, per partecipare al summit delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Donne protagoniste quest’anno anche nello spazio. Qui due astronaute statunitensi sono entrate nella storia dopo aver effettuato la prima passeggiata fra le stelle tutta al femminile. Scendendo a Terra, il 2019 ha visto la governatrice di Hong Kong, Carrie Lam, reprimere nel sangue le proteste degli studenti universitari. Finora l’è riuscito di tenersi stretta la poltrona, quella che, invece, rischia di vedersi sfilare da sotto le terga il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, finito sotto impeachment a causa dell’Ucrainagate. Nessun passo indietro forzato per l’imperatore del Giappone che ha deciso in solitaria di abdicare a favore del figlio. Di corona in corona, festa grande nella casa reale britannica per la nascita di Archie, il primogenito dei duchi di Sussex, Harry e Meghan. Con loro ha gioito l’intera Inghilterra, colpita la scorsa settimana da un secondo attentato islamista sul London Bridge dopo quello del 2017. Tre le vittime, compreso l’attentatore. Ben più pesante la conta dei morti in Nuova Zelanda, dove a marzo uno sparatore neofascista ha assaltato due moschee. Cinquantuno le vite umane spezzate.